Come
si arriva : da Pescara, autostrada fino ad Ortona poi seguire le
indicazioni stradali ( per la verità queste ultime sono un po'
scarse e contraddittorie ) fino a Crecchio. Il castello è al centro
del paese. Nel ritorno io consiglio di non seguire la litorale ne l'autostrada,
ma percorrere l'interno cosi si possono incontrare altri paesi di
notevole interesse come: Tollo e Mosciano
Il
Castello
Eretto alla fine del sec. IX a difesa delle incursioni degli Ungari,
più volte rimaneggiato e fortificato, è uno dei castelli gardesani
meglio conservati. Ha pianta quadrata, con cinque torri e il mastio.
Ai due ingressi, nell'alto del mastio, sono ancora visibili gli
stemmi, seppur fatti scalpellare dall'imperatore Massimiliano, di
Bartolomeo e Antonio della Scala. "La giustizia del mondragòn
la ghe dà torto a chi g'ha rasòn" diceva la gente di Lazise
commentando lo stemma con il drago che campeggiava sulle mura: un
proverbio che prova la diffidenza verso il potere esercitato con la
forza. Il castello è compreso nel parco della villa Bernini.
IL CASTELLO DUCALE DI CRECCHIO
Di ritorno da Lanciano io e Donatella abbiamo deciso di passare
quest'ultimo giorno di ferie 2003 in Abruzzo visitando alcune
località caratteristiche di questa regione che mi ha dato i natali.
Per me è un visitare più che un rivisitare in quanto prima essendo
studente non avevo una macchina per potermi muovere sul territorio.
In questo posto l'8 settembre del 1943 fu una data che segnò il
destino dell'identità di un Popolo, una data che inflisse una
ferita morale mai rimarginata ad una Nazione. Il compianto Renzo De
Felice, forse il più grande storico del nostro secolo, sostenne
sempre che gli eventi di quella data furono talmente gravi, più
della sconfitta di un intera guerra, da minare l'etica di una
comunità. In quel triste giorno il Re d'Italia insieme alla sua
corte e ai vertici dello Stato Maggiore fuggì codardamente
lasciando il proprio popolo in balia di un conflitto perso in
partenza e una brutta eredità agli italiani, che da quel momento
non saranno mai più gli stessi. Quel senso dello Stato e delle
istituzioni, ma soprattutto quell'irrompente orgoglio etnico
forgiato da una storia che è, la storia, si indebolisce
inevitabilmente.
Il
Castello Ducale di Crecchio è stato il testimone della fuga reale
che causò più danni di una guerra, è infatti da questa splendida
fortezza che il Re si rifugiò l'ultima notte prima dell'imbarco nel
porto di Ortona. Sarebbe tuttavia, non solo riduttivo, ma ingrato
ricordare l'edificio di Crecchio solo per le vicende dell'ultima
guerra mondiale, è invece necessario partire dalle antiche origini
della città confermate dal ritrovamento di reperti archeologici di
età protostorica e romana. E' probabile che in epoca angioina il
paese aveva già assunto la fisionomia di borgo fortificato, come
dimostrano di fatto le torri cilindriche tipiche di quel periodo,
del resto la documentazione è rara fino al secolo XV che vede
Crecchio dominata dalla città di Lanciano e successivamente, nel
1624 dai nobili Brancaccio. Nei primi anni del 1700 il feudo e la
fortezza appartennero ai D'Ambrosio dei principi Marzano, alla fine
dello stesso secolo i De Riseis acquisirono il titolo di baroni di
Crecchio Mantenendo il possesso del borgo fino all'ultimo
dopoguerra. Il castello, suggestivo nel suo complesso, mostra
facilmente nelle sue linee costruttive la trasformazione subita nei
secoli da nucleo prettamente difensivo a organismo architettonico
residenziale, costituito com'è da quattro corpi serrati da torri
angolari a formare un cortile aperto a loggiato su due lati. La
torre primitiva, quella rivolta a nord-est, rappresenta con molta
probabilità il corpo originario da dove successivamente, nel tempo,
si svilupparono tutte le altre di forma inerenti al periodo di
costruzione. Di notevole spessore la torre si articola in tre piani
ed una scala ricavata nelle mura consente di raggiungere il livello
più alto, mentre quelle esposte a sud sono costruzioni attribuibili
al XV secolo; la torre nord-orientale è invece originaria del
secolo XII. Nel giugno del 1943 la fortezza fu seriamente
danneggiata dai bombardamenti, oggi, dopo un impegnativo restauro è
sede del Museo dell'Abruzzo Bizantino e Altomedioevale.