a
Torre di Nolfi
Torre di
Nolfi un omaggio al grano
Nella piccola frazione di Bugnara, adagiata sul terrazzo alto sulla destra idrografica del Sagittario, chi si fosse trovato a passare, ieri, avrebbe avuto un tuffo al cuore! Possibile, si sarebbe chiesto, che in questo paesino, Torre di Nolfi, la trebbiatura si svolge come cinquant’anni fa? No di certo. Solo che ieri c'è stata quella che è stata chiamata la "Sagra del grano", una manifestazione dedicata al re dei cereali, da sempre simbolo d'abbondanza e di serenità.
La festa è stata organizzata da un gruppo di amministratori del Comune di Bugnara,
che ha lavorato tanto tempo per riproporre ai tanti emigrati, tornati in massa per assistere a questa prima, e certamente non ultima, manifestazione.
Così, dopo la semina del grano nel tardo autunno dell'anno scorso, fatta rigorosamente a mano, spargendo le preziose cariossidi prelevate dalla "sacchetta" legata alla cintura, e terminata l'attesa trepidante dei lunghi mesi invernali e della primavera, muniti di falci (le antiche "sarrecchie") i volenterosi hanno trascorso una giornata dei primi di luglio a mietere le spighe dorate. Li attendeva nel pomeriggio inoltrato il pranzo classico che le donne avevano preparato per i mietitori, robusta ricompensa ad una giornata di lavoro duro, anche perché non più adusi a simili fatiche. E finalmente ieri i covoni, sollevati dai forconi di legno, quelli che i nonni vicino al camino del grande locale a pianterreno lavoravano a punta di coltello nelle giornate di neve, sono finiti nell'antica trebbiatrice che da un lato mandava nel sacco il grano, da un altro sparava la "pula" e dalla parte posteriore, miracolo della tecnica, allora, lasciava cadere la balla di paglia legata col filo zincato.
Allegria e commozione insieme hanno caratterizzato la giornata che gli emigrati tornati in vacanza hanno trascorso ieri a Torre di Nolfi. Non è mancata una parte che potremmo definire di politica agricola, un convegno per parlare di agricoltura com'è e come sarà con gli Ogm. A sera, come in ogni giornata di trebbiatura che si rispetti non è mancata la grande festa. Un tempo si scambiavano impressioni sulle "rese" avute dalla semina. Ora è tutto cambiato, per fortuna lo spirito e la solidarietà antica dei contadini è rimasta sempre quella. Ed è uno degli aspetti più belli della vita in
campagna di questo incantevole angolo d’Abruzzo: ancora emozioni in agguato.